lunedì 27 settembre 2010

Empatia ed etica

Empatia ed etica hanno un legame profondo, che nasce nel momento in cui un soggetto formula un giudizio morale su un altro individuo. Molto spesso, quest'ultimo non è una persona reale, ma una vittima potenziale della questione morale. Ad esempio la caccia; il razzismo; la pena di morte; l'aborto; etc.

«Spesso l'atteggiamento empatico entra in gioco quando si formulano giudizi morali, in quanto i problemi etici comportano la presenza di vittime potenziali.» p. 133

sabato 31 luglio 2010

Antipatia

«Provare un sentimento insieme a un altro essere umano significa essere emozionalmente partecipi. In questo senso, l'opposto di empatia è antipatia.» p. 133

Rispecchiare

«Rispecchiare è il termine usato da alcuni teorici della psicoanalisi per riferirsi al terapeuta che riflette al cliente la comprensione del suo stato interiore, proprio come fa una madre in sintonia con il proprio bambino.» p. 130
Questo è uno dei modi usati per correggere i deficit di sintonia emotiva nell'infanzia.

giovedì 29 luglio 2010

Sintonizzazione emotiva

Per sintonizzazione emotiva si intendono tutti quei momenti di vita, specialmente tra genitori e figli, e
«che consentono al bambino di sapere che le sue emozioni incontrano l'empatia dell'altro, sono accettate e ricambiate». p. 128

La responsabilità che un genitore ha nella crescita emotiva dei propri figli è molto alta:
«gli infiniti momenti di sintonizzazione e desintonizzazione fra genitori e figli plasmano le aspettative emotive che gli adulti immettono nel rapporto». p.128

La sintonizzazione è molto attiva nella relazione madre-figlio, ma può essere presente anche nell'età adulta nel fare l'amore, che:
«implica la percezione dello stato soggettivo dell'altro: la condivisione del desiderio, un'armonia di intenzioni, e un'attivazione reciproca sincronizzata». p.129

Il costo della mancata sintonizzazione tra genitori e figli è molto alto:
«Quando un genitore non riesce mai a mostrare alcuna empatia con una particolare gamma di emozioni del bambino - gioia, pianto, bisogno di essere cullato - questi comincia a evitare di esprimerle, e forse anche di provarle.» p. 129

Questa situazione provoca un impoverimento del bambino, che ne segna pesantemente la crescita emotiva. Peggio ancora è quando la madre esprime sentimenti negativi, che il bimbo riflette e fa propri, pur di trovare una sintonia emozionale con il proprio genitore.

Alcuni studi sembrano provare che una infanzia segnata dalla trascuratezza emozionale, quale quella di un bambino che salta da un orfanotrofio all'altro, sia precursore di delitti efferati compiuti poi in età adulta.
Viceversa, un bambino che subisce forti violenze emotive porta con se il seme di una forte empatia emozionale che svilupperà una volta diventato adulto.

lunedì 5 luglio 2010

Come si sviluppa l'empatia

In tutti i bambini molto piccoli, con meno di due anni e mezzo circa, si manifesta uno dei precursori dell'empatia: il mimetismo motorio. Questo è molto evidente, perché un bimbo così piccolo non ha ancora sviluppato una propria identità: confonde ancora se stesso con gli altri o la madre. La quantità e qualità di mimetismo motorio è indice di quanto ricco sia il bambino di empatia potenziale.

In coincidenza dello sviluppo dell'identità personale si perdono pure le manifestazioni del mimetismo motorio; è proprio in questa fase molto delicata che i genitori ed educatori hanno il compito di far sviluppare l'empatia.

Un modo molto semplice é quello di richiamare l'attenzione del bambino sugli stati d'animo che magari lui stessa provoca negli altri. "Hai visto com'è contenta la mamma se fai il bravo." Oppure "perché hai fatto piangere il tuo amichetto" invece di "se lo rifai ti metto in castigo". Due esempi molto banali ma che rendono conto del concetto.

sabato 3 luglio 2010

Mimetismo motorio

Rappresenta il significato tecnico originale della parola empatia che
«secondo la teoria di Titchener [...] scaturiva da una sorta di imitazione fisica della sofferenza fisica altrui, che poi evoca gli stessi sentimenti anche nell'imitatore.» [p.127]

Il mimetismo motorio è un comportamento naturale nei bambini molto piccoli, che tendono ad imitare i movimenti e comportamenti di altri coetanei, con lo scopo di entrare in sintonia emozionale. È un comportamento tipico anche dell'adulto, pur essendo traslato ad un livello inconscio e sul canale non verbale.

Un esperimento interessante che possiamo condurre noi stessi consiste, per l'appunto, nell'imitare la mimica facciale, oppure la gestualità, oppure altri comportamenti espressi a livello motorio da un'altra persona, per richiamare in noi le stesse emozioni scatenanti.

venerdì 2 luglio 2010

PONS

Profile Of Nonverbal Sensitivity - Profilo della sensibilità non verbale

È un test atto a misurare le capacità di un individuo di interpretare la comunicazione non verbale.
Per sommi casi, il test si compone di filmati in cui sono artificiosamente mascherati tutti i canali di comunicazione non verbale, tranne uno.

Ad esempio mostrando solo il gesticolare delle mani o dei piedi, bisogna essere in grado di interpretare lo stato d'animo dell'individuo ripreso.

giovedì 1 luglio 2010

Empatia

L'empatia è la capacità che sta alla base di buone e profonde relazioni con gli altri. È quindi nostro interesse coltivare in noi e aiutare a sviluppare in chi ci è caro l'empatia. Per fare questo ci è molto utile l'osservazione seguente:

«L'empatia si basa sull'auto-consapevolezza; quanto più aperti siamo verso le nostre emozioni, tanto più abili saremo anche nel leggere i sentimenti altrui.»
[p. 124]

Ancora una volta abbiamo ritrovato un ruolo importante per l'auto-consapevolezza, essendo alla base di uno sviluppo armonioso.

«In qualunque tipo di rapporto, la radice dell'interesse per l'altro sta nell'entrare in sintonia emozionale, nella capacità di essere empatici.»
[p. 124]

È proprio per questo motivo che una buona capacità empatica è fondamentale per costruire buoni rapporti interpersonali, sia nel lavoro che nella vita privata. Anzi, può essere proprio la qualità che fa la differenza.

«Raramente le emozioni dell'individuo vengono verbalizzate; molto più spesso sono espresse attraverso altri segni.»
[p. 125]

È per questo motivo che l'empatia è direttamente proporzionale alla capacità di interpretare la comunicazione non verbale. Forse questo è anche il motivo per cui le donne hanno una marcia in più rispetto agli uomini, essendo generalmente maggiore la loro propensione ad interpretare il canale di comunicazione non verbale.

martedì 8 giugno 2010

Appunti

Ho collezionato una prima parte di appunti in qualche pagina, quasi come se fosse una presentazione.

Suggerimenti e critiche sono ben accette.

sabato 8 maggio 2010

L'eccellenza

«Riuscire ad entrare nel flusso è la massima espressione dell'intelligenza emotiva; il flusso rappresenta forse il massimo livello di imbrigliamento e sfruttamento delle emozioni al servizio della prestazione e dell'apprendimento. Nel flusso le emozioni non sono solamente contenute e incanalate, ma positive, energizzate e in armonia con il compito cui ci si sta dedicando.»
[p. 118]

Si sta parlando di quei momenti in cui un individuo riesce a dare il massimo di sé, e spesso a superarsi pure. Questi momenti, queste situazioni sono caratterizzate tutte da alcuni aspetti in comune. La mente é completamente presa dalla situazione presente: passato e futuro non sono un problema; inoltre la situazione presente genera un forte senso di piacere ed appagamento. È molto interessante notare che la situazione di flusso appartiene sia alla sfera cognitiva che a quella fisica, essendo sperimentata anche dagli atleti, che la chiamano "la zona".
«Sebbene l'individuo in uno stato di flusso dia prestazioni al massimo livello, non è mai preoccupato di far bene, non indugia a pensare al successo o al fallimento: il puro e semplice piacere dell'atto in se basta a motivarlo».
In quanti modi è possibile entrare nel flusso? Eccone almeno due.

Il primo:
«Uno è quello di concentrarsi esclusivamente e intenzionalmente su ciò che si sta facendo; uno stato di profonda concentrazione è l'essenza stessa del flusso.»
Il secondo:
«L'individuo può entrare in questa "zona" anche quando trova un'attività nella quale è abile e vi si impegna a un livello che gli richiede un leggero sforzo.»

Il primo modo ricorda molto da vicino le pratiche meditative orientali, segno che queste hanno molto da insegnare.
Il secondo modo, invece, credo sia utile per la crescita personale propria e di chi ci sta vicino; da consigliare a tutti gli insegnanti e maestri.

Cosa accade nel cervello durante uno stato di flusso? Contrariamente all'intuizione, l'attività neurologica è minima; si potrebbe quasi dire che il cervello sia "freddo". Situazione, questa, che è completamente opposta nei casi di sequestro emozionale, dove i circuiti neurologici si attivano quasi a disturbarsi gli uni con gli altri.

venerdì 7 maggio 2010

Self-efficacy

«[...] la convinzione di avere il controllo sugli eventi della propria vita e di poter accettare le sfide nel momento in cui esse si presentano.» 
[pag.117]

martedì 4 maggio 2010

Ottimismo

«[...] l'ottimismo è un atteggiamento che impedisce all'individuo di sprofondare nell'apatia o nella depressione e di scivolare nella disperazione di fronte a situazioni difficili.»
[pag. 115]

lunedì 26 aprile 2010

Il potere del pensiero positivo

«Dal punto di vista dell'intelligenza emotiva, sperare significa non cedere a un'ansia tale da sopraffarci, non assumere atteggiamenti disfattisti o non arrendersi alla depressione difronte ad imprese difficili o all'insuccesso.»

[pag. 114]

giovedì 15 aprile 2010

Speranza

«convinzione di avere sia la volontà che i mezzi per raggiungere i propri obiettivi, quali che siano.»
C.R. Snyder

[pag. 114]

domenica 28 marzo 2010

L'ansia insidia l'intelletto

Molti esperimenti hanno dimostrato che, uno stato di agitazione instaurato prima di una attività cognitiva ne inficia profondamente i risultati. Tutto questo a prescindere dal quoziente intellettivo di chi esegue l'attività in questione. È in questo senso che l'ansia insidia l'intelletto.

Ci sono alcuni semplici suggerimenti per sciogliere l'assedio. Il primo è quello di mettere o mettersi a proprio agio prima dell'attività cognitiva: spesso bastano 15 minuti di distrazione.
Il secondo è quello di ridere: ride predispone bene, sciogle le tensioni e facilita la creatività combattendo la fissità funzionale.

martedì 23 marzo 2010

martedì 23 febbraio 2010

Ipomania

«Un leggero stato di esaltazione»
Quanti di noi hanno provato che, un appropriato stato di ansia prima di un'attività importante, aiuta a meglio completare il nostro compito?
Se si potesse disegnare su un grafico la relazione tra ansia e prestazioni, vedremo una U rovesciata: per bassi livelli di ansia, le prestazioni sono scarse perché siamo troppo poco motivati; per alti livelli di ansia sia hanno ancora scarse prestazioni per i motivi che abbiamo già visto; esiste poi la zona di ipomania dove le prestazioni sono al massimo.

Impariamo per questo motivo a riconoscere la zona di ipomania che ci riguarda personalmente e che riguarda le persone che ci stanno intorno.

venerdì 19 febbraio 2010

Il test della caramella

«La capacità di frenare i propri impulsi è alla base di moltissimi sforzi dell'adulto, dal mettersi a dieta al prendere la laurea in medicina.» [p. 108]
Goleman descrive un test molto semplice, ma capace di rivelare molto della personalità di un individuo. Il test è rivolto a bambini di quattro anni circa; consiste nell'offrire una caramella da mangiare subito o due da mangiare dopo l'espletamento di una semplice mansione. La prima caramella deve essere ben in vista e fonte di desiderio.
Solo se il bimbo sarà in grado di controllare i propri impulsi - non mangiare subito la caramella - potrà accedere ad un premio maggiore - mangiare dopo due caramelle.

Questo test è molto significativo, perché in grado di rivelare le future potenzialità dell'individuo adulto. Alcuni studi sembrano indicare la maggiore attendibilità di questo test rispetto al classico QI.

mercoledì 10 febbraio 2010

I limiti della nostra capacità

«Nella misura in cui le emozioni intralciano o potenziano le nostre capacità di pensare, di fare progetti, di risolvere problemi, di sottoporci a un addestramento in vista di un obiettivo lontano, e altre ancora, esse non fanno che definire i limiti della nostra capacità di usare abilità mentali innate, e pertanto determinano il nostro successo nella vita. Ancora, nella misura in cui le nostre emozioni sono motivate da sentimenti di entusiasmo e di piacere - o anche da un grado ottimale di ansia - sono proprio tali sentimenti a spingerci verso la realizzazione. In questo senso, l'intelligenza emotiva è un'abilità fondamentale che influenza profondamente tutte le altre, di volta in volta facilitandone l'espressione, o interferendo con esse.»

p. 106

venerdì 5 febbraio 2010

Memoria di lavoro

«[...] gli scienzati cognitivi chiamano "memoria di lavoro" [...] l'abilità di tenere a mente tutte le informazioni rilevanti per portare a termine ciò a cui ci stiamo dedicando.»

È proprio la memoria di lavoro ad andare in tilt quando, in preda a rapimenti emotivi, non riusciamo più neanche nelle più elementari attività. La parete frontale del cervello è la sede della memoria di lavoro; ed proprio questa zona del cervello ad essere sovraccaricata quando siamo preda di un rapimento emotivo.

giovedì 4 febbraio 2010

Repressori

«[...]individui che abitualmente e automaticamente sembrano cancellare dalla propria consapevolezza ogni turbamento emotivo.»
«Costoro sono talmente bravi a tamponare i propri sentimenti negativi da non essere nemmeno consapevoli della negatività. Invece di chiamarli "repressori", come fanno comunemente i ricercatori, un'espressione più adatta potrebbe essere imperturbabili

I repressori, gli imperturbabili, sono probabilmente un buon modello di personalità capace di controllare i propri sentimenti.

domenica 24 gennaio 2010

Malinconia

Per parlare della malinconia cominciamo dal sentimento della tristezza. Come abbiamo già visto per altre situazioni, la tristezza ha un fondamento fisiologico positivo:
«mette un freno al nostro interesse per le distrazioni e i piaceri, fissa l'attenzione su ciò che abbiamo perduto, e - almeno per il momento - ci sottrae l'energia per intraprendere nuove imprese.»

Infatti l'instaurarsi di un tale sentimento, è generalmente dovuta a situazioni di perdita o lutto; che richiedono il giusto tempo e ambiente per essere affrontati:
«una sorta di ritiro riflessivo dalle occupazioni frenetiche della vita.»

Come per le altre emozioni negative, il passaggio da uno stato fisiologico ad uno patologico è breve e si sconfina nella malinconia, detta tecnicamente «depressione subclinica»:
«Si tratta di un tipo di sconforto che l'individuo riesce a gestire da sé , purché abbia le risorse interiori per farlo.»

Un primo consiglio per uscire dalla malinconia è di evitare la solitudine, che favorisce il rimuginare sulla propria condizione, ma di dedicarsi ad attività che prevedono una forte dose di socializzazione: uscire con amici, andare al cinema, etc. A patto che queste non si trasformino in occasioni di autocommiserazione, in tal caso si otterrebbe l'effetto opposto:
«il continuo preoccuparsi su ciò che ci deprime, non fa che rendere la depressione ancora più intensa e prolungata.»

Un altro modo molto efficace per sconfiggere la tristezza è quello di:
«mettere in discussione i pensieri oggetto della ruminazione - a mettere in dubbio la loro validità e a escogitare alternative più positive.»
Ci troviamo ancora una volta di fronte alla auto-consapevolezza. O, nei casi più gravi, è possibile instaurare una terapia cognitiva:
«la terapia cognitiva mirata a modificare questi penosi schemi di pensiero si è dimostrata utile come il trattamento farmacologico nella cura della depressione clinica leggera, e anche migliore di quello nell'evitare le recidive.»

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