giovedì 19 novembre 2009

Anatomia della collera

Credo di affermare una cosa banale, ma iniziamo col dire che la collera è un sentimento negativo. Tutti riusciamo ad identificarla in questo modo, ma non tutti riusciamo a controllarla, a contingentare il male che facciamo a noi stessi e agli altri.

«Di tutti gli stati d'animo che la gente desidera evitare, la collera sembra essere il più ostinato»

La collera ha le sue origini nella necessità di difenderci da attacchi improvvisi, ad esempio; in generale per facilitare la sopravvivenza. Una necessità atavica, che risiede nei nostri circuiti celebrali più antichi. Una necessità che nasceva e finiva con la stessa velocità con la quale un pericolo sorge e sparisce.
Poi arrivò la razionalità, portando con se un meccanismo perverso di generazione e auto alimentazione della rabbia. Quante volte abbiamo sperimentato che un semplice e banale pensiero negativo ci gira e rigira nella nostra mente; montando e crescendo sempre di più, si porta dietro altri pensieri negativo. Questa spirale può crescere in maniera indefinita, portando addirittura alla vendetta o a gesti irreparabili.

« La sequenza di pensieri risentiti che alimentano la collera è anche, potenzialmente, un efficace meccanismo per disinnescarla, in primo luogo facendo vacillare le convinzioni che la fomentano.»

L'aver compreso il meccanismo che sta alla base della collera, ci aiuta pure a determinarne un antidoto. Non appena riconosciamo la nascita del mulinello vizioso, smorziamolo sul nascere pensando in termini positivi e compassionevoli. Ad esempio, delle varie interpretazioni che possiamo attribuire alle azioni compiute dalle altre persone, proviamo a dare la più positiva. Oppure pensare che dietro ad un gesto scortese o violento ci possa essere un valido motivo.

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