domenica 13 novembre 2011

Consigli concreti per ricevere le critiche

Levinson dà anche qualche consiglio a chi riceve le critiche. […]
  1. […] considerarle non alla stregua di un attacco personale, ma come preziose istruzioni per migliorare.
  2. […] guardarsi dalla tentazione di mettersi sulla difensiva, invece di assumersi le proprie responsabilità.
  3. Se il colloquio dovesse diventare emozionalmente troppo difficile, […] chiedere una breve sospensione […] per assorbire il messaggio e calmarsi un poco.
  4. […] pensare alle critiche non come a una situazione di conflitto, ma come una opportunità per cooperare […]
Ho citato quasi per intero un passo del libro [p. 187], perché molto chiaro. Mi sono solo permesso di riportare per punti, mentre nel libro i consigli sono immersi in un discorso.

giovedì 10 novembre 2011

Consigli concreti per lasciare delle critiche

Nel libro di Goleman, vengono citati i “consigli sull'arte della critica” di Harry Levinson:
Essere Specifici – Prendiamo un incidente significativo, un evento che denoti un problema fondamentale per il quale siano necessarie delle modifiche, o che faccia emergere una carenza […] [p. 186]”

Offrire una soluzione – La critica, come ogni utile feedback, dovrebbe indicare un modo per risolvere il problema […] [p. 187]”

Essere presenti – Le critiche, come gli elogi, sono massimamente efficaci quando vengono comunicati in privato in una interazione faccia a faccia. [p. 187]”

Essere sensibili– Questo è un richiamo all'empatica […] [p.187]”

domenica 6 novembre 2011

Criticare in maniera costruttiva

Volendo analizzare i modi migliori per effettuare una critica, partiamo subito da cosa non fare mai. È un concetto che abbiamo già incontrato diverse volte, che si rivolge in generale al modo in cui è meglio interagire con gli altri: evitare a tutti i costi le critiche personali.
“[...] spesso le critiche vengono espresse come attacchi personali e non come proteste in base alle quali correggersi; […] [p. 184]”
E come sappiamo, l'attacco personale porta generalmente l'altra persona in una posizione difensiva, che non aiuta certo alla crescita del rapporto personale e, visto il contesto, ad una migliore resa professionale. Per questo motivo, una delle abilità relazionali di un dirigente è quella di saper effettuare delle buone critiche.
“Da parte di un dirigente, una critica abile può rivelarsi uno dei messaggi più utili. [p. 186]”
Provo a sollevare due punti che, forse, sono importanti se vogliamo imparare o migliorare il modo di fare una critica costruttiva.
Primo punto. La critica deve essere circostanziata, oggettiva e costruttiva, senza mai renderla personale.
“Una critica abile si concentra su quel che una persona ha fatto e può fare, senza voler vedere, in un lavoro scadente, il segno della personalità del suo autore. [p. 186]”
Secondo punto. Salvo i casi patologici, tutti sbagliamo e, di conseguenza, impariamo per poi riuscire a fare meglio: in una critica, quindi, provare ad evidenziare quale sia stato il motivo che ha portato alla realizzazione di un lavoro scadente e quali avrebbero potuto essere le scelte migliori, da tenere come arricchimento del proprio bagaglio professionale.
“La fondamentale convinzione che porta ad essere ottimisti, lo ricorderete, è che le battute d'arresto e i fallimenti siano dovuti a circostanze che possono essere modificate e rese migliori. [p. 186]”

sabato 5 novembre 2011

Le critiche nell'ambiente di lavoro

In un ambiente lavorativo, dove si collabora per ottenere un obiettivo e perseguire un'utilità comune, le persone sono elementi di un sistema altamente connesso. La complessità di questi sistemi cresce molto rapidamente, per cui sono necessari sistemi di controllo; alcuni, in analogia con il mondo animale, si riferiscono a questo concetto con la locuzione sistema nervoso aziendale; nella teoria del controllo cara agli ingegneri, per indicare questo concetto si usa il termine feedback.
Uno degli elementi veicolati dal sistema nervoso aziendale è appunto la critica: non sempre di facile comunicazione da parte di alcuni dirigenti:
“[…] la formulazione di giudizi critici è uno dei compiti più importanti di un dirigente. Tuttavia è anche uno di quelli più temuti e fastidiosi […] [p. 183]”
Questa incapacità può avere dei costi molto alti, per cui credo che compito di ogni dirigente sia quello di crescere e migliorare la qualità della propria comunicazione, attraverso lo sviluppo della propria intelligenza emotiva.
“ […] l'efficienza, la soddisfazione e la produttività sul lavoro dipendono dal modo in cui vengono comunicate le informazioni su eventuali questioni sgradevoli. In verità, il modo in cui le critiche vengono formulate e ricevute è molto importante per determinare il grado di soddisfazione dell'individuo relativamente al proprio lavoro e alle persone con le quali lavora e a cui deve rispondere. [p. 183]”

martedì 1 novembre 2011

Leadership ed intelligenza emotiva

Cambiamo contesto ed iniziamo ad analizzare come applicare l'intelligenza emotiva all'interno del contesto lavorativo, partendo probabilmente dalla posizione lavorativa più importante per la crescita sana di una azienda: la posizione di leadership.
“La leadership non è un esercizio di potere, ma l'arte di persuadere le persone a lavorare per un obiettivo comune. [p. 182]”
Credete forse che il responsabile di progetto, che appella i membri del proprio gruppo di progetto come “froci e puttane”, sia una persona sana ed equilibrata? Con quale stato d'animo lavorano gli altri? Quale è la qualità del lavoro che questi produrranno? Risposta e motivi sono ovvi, ma purtroppo non a tutti.

Ascoltare e parlare

Questi sono gli ultimi consigli per avere degli scontri positivi all'interno della coppia, come in tante altre situazioni della vita.

“[...] il rispetto e l'amore hanno l'effetto di disarmare l'ostilità. [p. 178]”
“[...] è possibile vedere le cose da punti di vista diversi, i quali possono essere entrambi validi. [p. 178]”
“[...] assumersi le proprie responsabilità e [...] scusarsi quando ci si rende conto di avere torto. [p. 178]”

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