domenica 24 gennaio 2010

Malinconia

Per parlare della malinconia cominciamo dal sentimento della tristezza. Come abbiamo già visto per altre situazioni, la tristezza ha un fondamento fisiologico positivo:
«mette un freno al nostro interesse per le distrazioni e i piaceri, fissa l'attenzione su ciò che abbiamo perduto, e - almeno per il momento - ci sottrae l'energia per intraprendere nuove imprese.»

Infatti l'instaurarsi di un tale sentimento, è generalmente dovuta a situazioni di perdita o lutto; che richiedono il giusto tempo e ambiente per essere affrontati:
«una sorta di ritiro riflessivo dalle occupazioni frenetiche della vita.»

Come per le altre emozioni negative, il passaggio da uno stato fisiologico ad uno patologico è breve e si sconfina nella malinconia, detta tecnicamente «depressione subclinica»:
«Si tratta di un tipo di sconforto che l'individuo riesce a gestire da sé , purché abbia le risorse interiori per farlo.»

Un primo consiglio per uscire dalla malinconia è di evitare la solitudine, che favorisce il rimuginare sulla propria condizione, ma di dedicarsi ad attività che prevedono una forte dose di socializzazione: uscire con amici, andare al cinema, etc. A patto che queste non si trasformino in occasioni di autocommiserazione, in tal caso si otterrebbe l'effetto opposto:
«il continuo preoccuparsi su ciò che ci deprime, non fa che rendere la depressione ancora più intensa e prolungata.»

Un altro modo molto efficace per sconfiggere la tristezza è quello di:
«mettere in discussione i pensieri oggetto della ruminazione - a mettere in dubbio la loro validità e a escogitare alternative più positive.»
Ci troviamo ancora una volta di fronte alla auto-consapevolezza. O, nei casi più gravi, è possibile instaurare una terapia cognitiva:
«la terapia cognitiva mirata a modificare questi penosi schemi di pensiero si è dimostrata utile come il trattamento farmacologico nella cura della depressione clinica leggera, e anche migliore di quello nell'evitare le recidive.»

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