martedì 29 settembre 2009

Etica nicomachea

"Colui quindi che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto tempo si deve, può essere lodato."
Aristotele, Etica nicomachea
pag.16


domenica 27 settembre 2009

Autoconsapevolezza

"la continua attenzione ai propri stati interiori. [...] la mente osserva e studia l'esperienza, ivi comprese le emozioni."
p. 68
"un'attenzione riflessiva e introspettiva verso la propria esperienza."
p. 362

sabato 26 settembre 2009

Metaemozione

consapevolezza delle proprie emozioni
p. 68

Metacognizione

consapevolezza dei processi di pensiero
p. 68

Intelligenza cognitiva e intelligenza emotiva: tipi puri

L'intelligenza cognitiva e intelligenza emotiva, l'abbiamo imparato, non sono agli estremi di una stessa scala. Possiamo però ugualmente delineare il carattere di ipotetici tipi pure: tutto cognitivo e tutto emotivo.
Citando Goleman, distinguiamo per tipi e sesso (pp. 66 e 67).

Uomo/Cognitivo
«È caratterizzato da una ampia gamma di interessi e di capacità intelletuali. È ambizioso e produttivo, fidato e ostinato, e non è turbato da preoccupazioni autoriferite. Tende anche ad essere critico e condiscendente, esigente e inibito, a disagio nella sfera della sessualità e delle esperienze sensuali, distaccato e poco espressivo, freddo e indifferente dal punto di vista emozionale.»

Uomo/Emotivo
«...socialmente equilibrati, espansivi e allegri, non soggetti a paure o al rimuginare di natura ansiosa. Hanno la spiccata capacità di dedicarsi ad altre persone o ad una causa, di assumersi responsabilità, e di avere concezioni e prospettive etiche; nelle loro relazioni con gli altri sono comprensivi, premurosi e protettivi. La loro vita emotiva è ricca ma appropriata; queste persone si sentono a loro agio con se stesse, con gli altri e nell'universo sociale in cui vivono.»

Donna/Cognitiva
«... ha la prevedibile sicurezza intellettuale, è fluente nell'esprimere i propri pensieri, ha un'ampia gamma di interessi intellettuali ed estetici ai quali attribuisce molto valore. Queste donne tendono anche ad essere introspettive, soggette all'ansia, ai ripensamenti e ai sensi di colpa, ed esitano a esprimere apertamente la propria collera (sebbene lo facciano indirettamente).»

Donna/Emotiva
«... tendono ad essere sicure di sé, ad esprimere i propri sentimenti in modo diretto e a nutrirne di positivi riguardo a se stesse; per loro la vita ha un senso. [...] esse sono estroverese e gregarie, ed esprimono i propri sentimenti in modo equilibrato (senza abbandonarsi, ad esempio, ad esplosioni delle quali debbano poi pentirsi); si adattano bene allo stress. Questo equilibrio sociale consente loro di stringere facilmente nuove conoscenze; si sentono abbastanza a proprio agio con se stesse da essere allegre, spontanee e aperte alle esperienze dei sensi. [...] raramente si sentono in ansia o colpevoli, e raramente sprofondano nel rimuginare»

martedì 22 settembre 2009

Le emozioni possono essere intelligenti?

È possibile portare intelligenza nelle nostre emozioni?
Quali sono gli ambiti che possiamo migliorare per aumentare la qualità della nostra vita?
Quali quelli da curare nei nostri figli per garantirgli una crescita completa ed equilibrata?

Gardener individua 5 ambiti:
  • Conoscenza delle proprie emozioni
  • Controllo delle emozioni
  • Motivazione di se stessi
  • Riconoscimento delle emozioni altrui
  • Gestione delle relazioni

Ognuno di questi aspetti ha una radice neurale: è proprio sfruttando la plasticità del nostro cervello che possiamo migliorarci, portando così l'intelligenza nei nostri sentimenti.

domenica 20 settembre 2009

Il piccolo principe

Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe.

pag. 21

giovedì 17 settembre 2009

Spock e Data: quando la cognizione non è abbastanza

La nostra umanità è molto più evidente nei sentimenti che nella logica
Questa citazione la usiamo come ottimo spunto per fare alcune considerazioni sul modello cognitivo usato come base dalla psicologia degli anni '50. Mentre gli informatici prendevano la mente come modello da replicare per riprodurre artificialmente l'intelligenza, gli psicologi prendevano come riferimento il calcolatore per delineare un modello per l'intelligenza umana.
Infatti l'assenza delle emozioni nel calcolatore elettronico, o cervello elettronico come veniva chiamato proprio in quegli anni, forniva gratuitamente un buon motivo per non considerare un concetto molto scomodo per il metodo scientifico: i sentimenti.

È interessante infine notare la trasposizione di questi conceti in altri campi. Nel capolavoro fantascientifico Star Treck c'è un personaggio incarnante l'archetipo dell'intelligenza e della logica: il Sig. Spock. Questo personaggio era, neanche a farlo a posta, privo di ogni forma di emozioni.

mercoledì 16 settembre 2009

Cognizione

La comprensione di se stessi e degli altri relativamente alle motivazione e alle abitudini di lavoro, servendosi di tali intuizioni per condurre la propria vita e per andare d'accordo con gli altri.

Pag. 61

martedì 15 settembre 2009

La classificazione di Goleman

Daniel Goleman è stato il primo a sostenere che esistono diversi tipi di intelligenza. Autore di Formae mentis criticò duramente la logica che stava dietro il concetto di QI, ovvero che le persone potessero essere classificate più o meno intelligenti.

Egli stilò un elenco di diversi tipi di intelligenza. Cominciò con le classiche doti che normalmente riconosce la scuola: la verbale e la logico-matematica. A queste due ne aggiunse di molto interessanti:
  • la capacità spaziale di un bravo artista o architetto
  • il genio cinestetico di un atleta o danzatrice
  • il talento musicale
  • le capacità interpersonali di un bravo leader
  • la capacità "intrapsichica" «che emerge [...] dalla soddisfazione interiore che si prova quando la propria vita è in armonia con i propri sentimenti.»

lunedì 14 settembre 2009

Quando itelligente è uguale a ottuso

Quante volte abbiamo avuto l'impressione che l'intelligenza e la brillantezza di una persona fossero confinate solo all'ambiente scolastico? È confermato, dal buon senso e da ricerche scientifiche, che non esiste nessuna relazione tra il QI o i voti scolastici e il successo di una persona nella vita. Questo perché sono altri i fattori che colorano il ventaglio di caratteristiche di una personalità completa:
«capacità di motivare se stessi e di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustazioni; [...] controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; [...] modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; [...] la capacità di essere empatici e di sperare.»
Queste sono alcune delle caratteristiche dell'intelligenza emotiva.

Una cosa che mi ha fatto molto riflettere sui vari modi con cui si è fatta "selezione della razza" è il modo in cui negli Stati Uniti, negli anni '30, la misurazione del QI, il quoziente intellettivo, fosse effettuata in maniera capillare e fosse poi usata come filtro d'accesso, ad esempio, per l'istruzione. Si è trattata di una selezione molto subdola, proprio negli anni in cui in Europa erano attivi altri metodi selettivi.

«[...] nella realtà quotidiana nessuna intelligenza è più importante di quella interpersonale. Se non ne avete, prenderete la decisione sbagliata riguardo alla persona da sposare, il lavoro da fare, e così via.»

domenica 13 settembre 2009

Fisiologia dei sentimenti

Va contro la normale intuizione, ma anche le emozioni come la ragione risiedono nel cervello. Esattamente in una particolare zona chiamata amigdala.
L'amigdala è predisposta ad attivare le risposte in funzione degli stimoli esterni. Le risposte emotive sono generalmente mediate dalla corteccia pre-frontale; esistono però delle situazioni dove la risposta emotiva supera il filtro della ragione palesandosi con tutta la sua forza. Questa eccezione nasce molto probabilmente dal lungo processo evolutivo; la lotta per la sopravvivenza ha sicuramente premiato i comportamenti iper reattivi di protezione, proprio come fa il gatto che scappa via al minimo rumore molesto.

giovedì 10 settembre 2009

L'origine dei sentimenti

Cominciamo un altro nuovo libro che promette di essere molto interessante: «inteligenza emotiva» di Daniel Goleman.

Questo libro parte da una osservazione dell'autore e che probabilmente molti di noi hanno fatto in maniera autonoma: come mai persone che verrebbero definite molto intelligenti risultano poi, nella vita di tutti i giorni, di scarso interesse e di "bassa qualità''?
Analogamente, come mai persone molto emotive, spinte dai più profondi e nobili sentimenti, trovano proprio in questa loro caratteristica un freno alla loro completa espressività?
A quanto pare il motivo è da ricercare nel conflitto tra ragione e sentimento. Conflitto che può essere risolto con le tecniche esposte in questo libro e che possono quindi essere traslate sul lavoro, la scuola, la vita di tutti i giorni.

Studi accurati sembrano dimostrare che esistono alcuni sentimenti che possono essere classificati come primordiali: collera, gioia, paura, tristezza. Queste emozioni sembrano essere proprio codificate nel DNA perché risultano indipendenti da ogni condizionamento sociale. Inoltre essendo sentimenti espressi anche da molti animali e naturale dedurre che sono legati alla lotta per la sopravvivenza; e che sono funzioni ospitate nella parte più antica del nostro cervello. Non è difficile legare la sopravvivenza all'istinto e alle emozioni basilari, anche semplicemente a livello intuitivo.
Ora, ad un certo punto dell'evoluzione, è apparsa la corteccia al cervello che ha apportato l'intelligenza al modello umano, facendolo balzare al vertice della piramide evolutiva. L'intelligenza è diventata il filtro delle emozioni base che così diventano, forse, sentimenti?

L'evoluzione ha impiegato dei millenni per selezionare le emozioni, mentre non ha ancora avuto il tempo di far convivere la razionalità con l'emotività. Aggiungiamo a questo la forte accellerazione che l'evoluzione sociale ha dato al conflitto tra razionalità ed emotività.
Insomma credo che avremo proprio da imparare delle belle da questo libro.

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